Fremiti di pensiero

Arrendersi, non si può

Arrendersi, non si può. Noi, forse, vorremmo, quando la stanchezza ci assale e la sua fine appare lontana. La nostra esistenza può risultare troppo provata, o abbastanza data. È concesso, a qualcuno, vivere intensamente, con un coraggio che si ignora di possedere, nelle chiamate di chi ha solo noi in cui sperare. È una virtù che può corrodere. Arriva il giorno in cui si pensa di essere traccia, per pochi, in terra o nel ricordo. E si resiste fino a quando il cuore e la mente bastano. Ma si può cadere nel buio, in cui la tentazione è forte. Io non so se il buio è per tutti nero, né se il...

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Il dramma e la riconciliazione

La vicenda Priebke solleva due ordini di interrogativi: uno di carattere filosofico e un altro di natura storica. Il primo riguarda un punto centrale della difesa giudiziale dell’ufficiale nazista, secondo cui egli altro non avrebbe fatto che eseguire ordini provenienti da Berlino. Tutto questo rimanda ad una antica disputa dottrinale, risalente ai pensatori greci, circa il rapporto tra legge e coscienza, vale a dire tra ciò che è legale e ciò che è morale. Il secondo interrogativo, invece, che è quello sul quale vorrei accentrare l’attenzione, attiene agli eventi verificatisi tra il 1943 e...

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Ricordare

Ricordare tutto non è bene, è una patologia; ma ricordare nulla è peccato, e il primo e più grave è dimenticare. Che c’è stato chi ci ha fatto saltare da bambini, ci ha ripreso, mutando la paura in gioia, che abbiamo avuto tutto, affetti e dispetti; c’è da ricordare chi è vissuto poco per avere una storia da lasciare, e chi non ha avuto testimoni, perché gli altri erano spettatori da qualche parte. Per costoro, chi sa scrivere deve scrivere, storie del loro essere stato, con parole autentiche perché sono nostre, e veramente dimenticare è peccato mortale. E’ un’arte divina ricordare, che...

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Esserci

Esserci, non è banale, né qui, né altrove. Un attimo e il coro di chi rimane recita salmi di stupore: era giovane, anziano ma stava bene, non si sa mai quando avviene, quasi che il trapasso fosse una sorpresa, una eccezione alla regola di un essere perenne. Scorgo verità in questo pensiero dissipatore della nostra vita: tanto il tempo c’è. C’è il desiderio che il tempo prosegua, promessa di chi ci ha generati, accuditi, amati dal principio alla fine, per poi risorgere. Lo crede anche chi non crede, perché l’esistenza è così, anela ad essere eterna; lo sfogliamo in queste parole: un altro...

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Cambia te stesso se non riesci a cambiare il mondo

Occorrono, per affrontare la vita – e i suoi problemi – due qualità contrarie: la capacità di cambiare il mondo esterno, cosicché esso risponda ai nostri bisogni, oppure quella di conformarci all’ambiente, modificando noi stessi e il nostro modo di pensare. Quanto alla prima, giova osservare che per cambiare il mondo esterno è indispensabile impegnarsi completamente, inventare sempre nuove soluzioni, essendo la realtà imprevedibile e dura. Bisogna avere ottimismo e fiducia in se stessi. Coloro i quali hanno realizzato grandi opere avevano fede e sono riusciti a trasferirla ai collaboratori....

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La luce “fa” la persona

Una psicoterapeuta e neonatologa dell’Università di Siena ha condannato, severamente, sul settimanale Left, la liceità morale e l’utilità pratica dell’“aborto postnatale”, quando l’uccisione del “soggetto che ancora non esiste come persona, produca dei ‘benefici’”. Ed infatti, la nascita, secondo costei, “viene concepita dalla ricerca psichiatrica come una cesura della continuità tra stato fetale e neonatale”. Prima il feto non sarebbe persona poiché mancante di una vera capacità psichica. Afferma che “l’embrione è una realtà puramente biologica … e il feto solo a partire dalla 24esima...

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