Solo Berlusconi poteva salvare se stesso dalla gogna e dal boia

Solo Berlusconi poteva salvare se stesso dalla gogna e dal boia

Il sipario è calato sulla decadenza del Cavaliere di Arcore, la cui esecuzione ha trovato il suo epilogo. Due secoli dopo la Rivoluzione dell’89, in Europa, un altro sovrano è decapitato ad opera del  forum populi, la cui responsabilità, però, è del Cavaliere in persona. Sarebbe stato più opportuno, da parte sua, rassegnare le dimissioni ad agosto e condurre, da leader extraparlamentare, la lotta politica. Ma egli è stato vittima del suo spirito battagliero e sanguigno: il tragediografo del teatro del declino è stato Berlusconi stesso. Se egli avesse abbandonato lo scranno di Palazzo Madama, dopo la pronuncia della sentenza della Suprema Corte di Cassazione, sostenendo che essa era ingiusta, grottesca, ma gli effetti amministrativi andavano tirati secundum legem, che teneva pronta una credibile ed affidabile soluzione per la nuova candidatura del centro-destra; se avesse intrapreso questa linea di resistenza operosa, allora la messinscena della ghigliottina non sarebbe avvenuta. Ma così non è stato, perché Silvio ha deciso il ruolo del soprano grasso, che canta l’ultima aria prima del sipario. E così la notizia è: “La rovina di Berlusconi”.

03.12.2013