Lo Stato e l’avvocato

Lo Stato e l’avvocato

Lo Stato italiano – nelle figure del Ministero della Giustizia, oppure della Presidenza del Consiglio dei Ministri – si è sempre abusivamente, incompatibilmente, eccessivamente occupato, si è stra-occupato dei qui presenti AVVOCATI, di noi. Ne ha proprio abusato; non ne possiamo più; non tolleriamo più questa haute surveillance. Lo diciamo da sempre. Abbiamo chiesto continuamente allo Stato, nei libri, per iscritto, nelle carte da bollo, fuori delle carte da bollo: “Per favore, vogliamo essere ‘trascurati’ “.

Troppa attenzione: abbiamo impugnato delle battaglie, abbiamo rimproverato lo Stato di non “trascurarci” abbastanza. Abbiamo invocato l’oblio dello Stato, l’oblio di noi. Il libero professionista, soprattutto l’avvocato, vuole essere “trascurato”, “lasciato in pace”. Fa di tutto per “lasciar in pace” se stesso! E, alla fine, viene un ministro – proprio poliziotto – che ti si attacca e non smette più. Dico che la “mediocrità” dei ministeri deve pur vivere e sopravvivere, altrimenti di quella “mediocrità” dello Stato, della “mediocrità” di Stato, chi si interessa, se non lo Stato stesso? Lo Stato si occupa dello Stato, della democrazia, della burocrazia, vale a dire degli Italiani, cittadini e professionisti; ed essi, da Italiani, votano questo Stato, che è il nostro stato di cose, di cui è un sommo caso patologico il REGOLAMENTO, che, in allegato, potrete leggere.

Articolo pubblicato su Frosinone Magazine: quotidiano indipendente di Frosinone e provincia.

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