Il silenzio e le parole

“Ritroviamo un nostro bisogno profondo, la perduta familiarità con l’eloquenza del tacere e dell’ascoltare”.

E. Bianchi

 

In questo periodo, che coincide con l’inizio delle ferie estive, vi propongo la surriportata affermazione, per evidenziare come il silenzio, prima ancora di essere caro ai mistici, sia realtà propria dell’arte e – direi – di ogni atto comunicativo. Il silenzio è fuori del tempo, presentandosi, sempre, nascosto tra i rumori della nostra quotidianità. Oggi si mostra come dimensione sconosciuta, obliterata, in ombra, ma, forse, sempre intimamente ricercata, perché ci conduce ad alimentare la nostra esistenza, nonché ad abitare il nostro corpo. Proviamo, quindi, almeno in queste vacanze, a ricavare un tempo per ascoltare il silenzio: riusciremo a cogliere gli sforzi per crearlo e custodirlo, a discernere i suoni impercettibili di altre creature accanto a noi, a capire il non-detto che emerge dal profluvio delle parole, ad avere intelligenza di ciò che accade e anche ad ascoltare noi stessi e gli altri, tanto più quando parlano al nostro cuore. Prendiamo, dunque, cura del silenzio, accogliamolo e abitiamolo, scoprendolo, almeno adesso, in un intreccio tra il riposo e il nostro vivere.

Buone vacanze, a tutti e a ciascuno.

04.08.2014