Il limite è intrinseco alla condizione umana. Smarrire tale evidenza – come si verifica, talvolta – significa contraddire la realtà quotidiana. Tuttavia, il senso del limite, più che un ostacolo, può rivelarsi una risorsa. Ed infatti, in quanto finiti e contingenti, siamo e ci sperimentiamo in relazione, bisognosi di essere-con-l’altro.
Non è chi non veda come la vita sia un dono. E per riconoscere il quale, non occorre essere filosofi o artisti, essendo sufficiente voltarsi, per rendersi conto che non ci siamo autogenerati: la vita ci è stata data attraverso un misterioso intrecciarsi di eventi che ci fanno essere hic et nunc. La vita non solo ci precede, ma è anche un accadimento irripetibile: ovverosia precario e fragile e, simultaneamente, unico e prezioso. Per questo, la vita vale in sé e da sé, sempre e in ogni caso. Di nessuna persona può dirsi, quindi, che sia diventata inutile, per effetto della sua età avanzata e che la sua vita non sia degna di essere vissuta. Questo convincimento si chiarisce in virtù del riconoscimento che l’essere umano è sempre persona, un fine in sé, come sosteneva Kant. La profonda verità della vita umana risiede nella sua natura di dono, nel confronto, nel dialogo e nella solidarietà con altro.
La vita riassume in sé sempre una segreta bellezza, che eccede la nostra capacità di percezione. Va ben oltre lo spazio e il tempo in cui siamo immersi; e guardando più avanti e in alto, è possibile apprezzare, sino in fondo, il senso dell’esistenza umana e giudicarla non soltanto sulla base di criteri materialistici.
L’uomo è per la vita. Tutto in noi spinge verso la vita, condizione indispensabile per amare, sperare e godere della libertà; il dramma della sofferenza e la paura della morte non possono oscurare questa evidenza. Persino nelle condizioni più gravi, ciò che la persona trasmette in termini affettivi, simbolici, spirituali riveste una straordinaria rilevanza e tocca le corde più intime del cuore umano. Del resto, la persona si sviluppa in una rete di relazioni interpersonali che costruiscono la sua identità, unica e irripetibile. Per i cristiani, la vita – come detto – è un dono divino, precedente ogni altro dono e oltrepassa l’esistenza umana; e, in quanto tale, è indisponibile e va custodito sino alla fine. Esistono malattie inguaribili, non malattie incurabili: la condivisione della fragilità restituisce a chi soffre la fiducia, e il coraggio a chi si prende cura dei sofferenti.
La vera libertà per tutti – credenti e non – non è altro che quella di scegliere a favore della vita, giacché solo così è possibile edificare il vero bene, individuale e sociale. In qualità di cittadini, siamo ben consci che la Costituzione italiana tutela i diritti umani non già come astratti principi, bensì come presupposto reale della nostra vita, che è, nello stesso tempo, fisica e psichica, privata e pubblica.
Solamente amando la vita di ciascuno sino alla fine, c’è speranza di futuro per tutti.
Il mio auspicio è che ognuno divenga portavoce della vita, poiché uno sguardo, può davvero vincere qualsiasi solitudine.