I nostri maestri: tutto ciò che ci circonda può darci un ammaestramento

E’ davvero vasto il mondo dal quale possiamo trarre ammaestramenti utili, purché si abbia la capacità di riflettere e considerare ciò che si svolge intorno a noi.

Ripensando ai nostri maestri, la mente corre a coloro che, per primi, ci incamminarono sulle vie del sapere e forse – là per là – nemmeno si pensa ai genitori, che sono, in fondo, i primi e i più grandi nostri maestri, nella generalità dei casi.

Se fosse così, sarebbe come avere una concezione superficiale dei problemi relativi alla formazione umana, considerata negli infiniti aspetti che riguardano il corpo, la mente, lo spirito, il carattere. E poche persone non basterebbero a dare quel tocco efficace da cui può uscire una personalità completa, un uomo che, pur nelle sue debolezze e fragilità, si distingua per le sue qualità.

Uscito dal controllo della prima assistenza, quella dei genitori e dei maestri, saranno la vita, le esperienze quotidiane, nei numerosi aspetti e nei più vari campi, che gli daranno, giorno per giorno, la più larga fonte da cui trarrà nozioni e considerazioni nuove, elementi fecondi, agli effetti della sua formazione.

Indipendentemente anche dall’educazione scolastica tradizionale, molti sono giunti al possesso di una vasta cultura, congiunta ad una personalità precisa e distinta.

Con il che non intendo sminuire l’enorme importanza che la scuola – palestra di bene spirituale ed intellettuale – ha avuto nella formazione umana.

E se torniamo indietro con gli anni, il nostro animo corre sempre riconoscente fra quattro pareti in cui, per anni, ci fu instillata la prima luce del sapere, la prima scintilla del bene. Ricordiamo volti cari, rivediamo episodi vari di quella vita, le gioie, i dolori, le materie in cui mente e spirito palpitarono di nuova vita, e una forte commozione, ci prende.

Tante volte siamo quello che la scuola ci rese ed entriamo nell’agone della vita dotati di tante qualità che da essa derivammo; ed anche quella stessa capacità di riflessione e di osservazione, sopra accennata, che è tanto proficua a chi vuol perfezionare se stesso, fu un dono prezioso che la scuola ci fece.

Ci aprì gli occhi e la mente e guardammo il mondo con rinnovate tendenze e completammo quello che la grande maestra non aveva potuto perfezionare.

Né dei genitori possiamo dimenticarci, quando si tratta un argomento simile: a loro va l’immenso merito di avere, per primi, coltivato la tenera piantina, di avere vigilato sulle prime storture, di avere sorretto le prime ansie, corretto le prime tendenze; il loro compito è stato grandissimo e insopprimibile.

E guardiamo ora l’altro aspetto dell’argomento: tutto può darci un ammaestramento. Ma qua entriamo in un campo tanto vasto che occorrerebbe una trattazione minuziosa; mi limiterò a definire, a grandi linee, alcuni concetti essenziali. Tutto ciò che è fuori di noi, richiama la nostra attenzione, ci dà un consiglio, un ammaestramento. La stessa armonia del mondo naturale è la prima manifestazione di un ordine che ci si impone, sovrano nelle sue leggi e pieno di moniti. Pare quasi voglia imporci il primo concetto di un elemento che è di stragrande importanza nella vita.

E gli animali, quante cose ci insegnano. L’ape, nell’organizzare il suo piccolo mondo, la formica, provvida e attiva, sono esempi su cui ci è dato riflettere.

I molteplici casi della vita costituiscono, poi, la palestra giornaliera in cui possiamo trarre infiniti orientamenti per la nostra vita e leggi eterne di morale utilissima; sono questi i maestri silenziosi che ci accompagnano ogni giorno. Quanta saggezza c’è nei vecchi, che hanno imparato nel grande libro dell’esperienza! Una buona lettura, un discorso razionale, un viaggio, sono altrettanti maestri utilissimi, che lasciano in noi tracce profonde di preziosi insegnamenti.

Quanto più si vive, tanto più si impara: questa è la grande certezza da cui possiamo dedurre che, nel grande mare del cammino umano, la guida più vigile sono la nostra anima e la nostra mente, aperte sul grande teatro, pronte a cogliere le leggi che reggono l’alternarsi delle infinite vicende, di cui siamo spettatori.